Post correlati
Melanoma: tutto quello che devi sapere sul vaccino
All’Istituto dei Tumori di Napoli è partita la somministrazione sui primi pazienti. Qui ti spieghiamo come funziona il vaccino anticancro
Alfredo ha 71 anni, viene dal Molise e ha lavorato come medico per una vita. E ora è il primo paziente italiano a cui è stato somministrato il vaccino per la cura del melanoma, all’Istituto dei tumori Pascale di Napoli. La prima donna, invece, si chiama Michela, ha 45 anni e origini trentine.
La storia di questi due pazienti ha fatto il giro d’Italia, tra giornali e tg, e scommettiamo che anche tu ne hai sentito parlare. E se hai un melanoma, ti starai facendo moltissime domande: come funziona questo vaccino? Quando sarà disponibile? In questo articolo, cerchiamo di risponderti e di fare chiarezza.
È un vaccino che cura il melanoma (non lo previene)
Il primo dettaglio da sottolineare è che si tratta di un vaccino terapeutico, ovvero che cura chi ha già una diagnosi di melanoma. Non si tratta, quindi, di una profilassi da fare come prevenzione. Il vaccino è stato ideato dall’azienda farmaceutica americana Moderna e nelle prime due fasi sperimentali ha dimostrato una notevole efficacia.
Il secondo dettaglio è che si tratta di un vaccino a mRNA. Forse hai già sentito queste parole: durante la pandemia causata dal Covid se ne è parlato a lungo perché diversi vaccini usati proprio contro il virus erano a mRNA. Che cosa significa? “Per dirla in termini semplici, l’mRna è quella molecola preziosissima perché porta alle nostre cellule le ‘istruzioni’ per riprodursi” spiega il professor Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto nazionale dei Tumori Pascale di Napoli.
"Per il vaccino, si crea in laboratorio dell’mRNA sintetico, che dà al sistema immunitario le istruzioni per riconoscere le cellule malate e attaccarle. Se vogliamo essere precisi, possiamo dire che l’mRNA viene progettato per 'istruire' il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati 'neoantigeni', che esprimono quelle mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate".
“Per il vaccino, si crea in laboratorio dell’mRNA sintetico, che dà al sistema immunitario le istruzioni per riconoscere le cellule malate e attaccarle” prosegue il Prof. Ascierto. “Se vogliamo essere precisi, possiamo dire che l’mRNA viene progettato per ‘istruire’ il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati ‘neoantigeni’, che esprimono quelle mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate”.
Per averlo ci vorrà tempo
La notizia dei primi pazienti che stanno testando il vaccino ha creato molto entusiasmo tra i malati. Ma dall’Istituto dei Tumori napoletano invitano alla calma. “Ci vorrà qualche anno prima di avere i risultati definitivi” spiega il Prof. Ascierto. “La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili”. Quello che è sicuro è che la sperimentazione proseguirà senza sosta e che il vaccino può essere fondamentale soprattutto per le persone che hanno una diagnosi di melanoma in fase metastatica. E, sempre sul fronte degli studi, i ricercatori italiano stanno anche valutando con grande attenzione i risultati di una cura che combina il vaccino a mRNa all’immunoterapia per i pazienti che sono già stati operati per il melanoma.
Se vuoi saperne di più, continua a seguire il nostro sito dove ti terremo aggiornata su questa importante sperimentazione.
Cancro e lavoro, una nuova legge in arrivo
Alla Camera c’è un disegno di legge che regola permessi e comporto. Qui ti spieghiamo le novità
È arrivato alla Camera un disegno di legge tutto dedicato ai lavoratori che hanno un tumore e che stabilisce permessi e comporto. Se la notizia ti interessa, leggi e salva questo articolo in cui ti spieghiamo tutte le novità e i dettagli da tenere d’occhio.
Una nuova legge su permessi e comporto
In Italia, la più importante norma che regola i diritti dei pazienti oncologici è la famosa 104. Ma in questi giorni, per chi è in cura per un tumore si respira una nuova aria positiva. Infatti, alla Camera ha debuttato un disegno di legge che vuole disciplinare comporto e permessi per i lavoratori pubblici e privati.
Ma su che cosa si concentra la norma? Ecco i punti fondamentali:
- Innalzare il periodo di comporto: è il lasso di tempo durante il quale un lavoratore non può essere licenziato. Oggi va dai 6 ai 12 mesi, qui si richiede un minimo di 12 mesi.
- Avere 30 giorni di permessi anche senza invalidità: di solito i permessi sono legati a doppio filo all’ottenimento dell’invalidità. Ora, invece, si punta ad avere 30 giorni all’anno di permessi straordinari anche senza l’invalidità.
- Più facilità per il cambio di mansione: in teoria, il paziente oncologico avrebbe già diritto di chiedere un cambio di mansione durante il periodo di cure e follow-up, ma all’atto pratico non è così facile e la norma si prefigge di rendere il passaggio più fluido e meno farraginoso.
"La legge innalza a un minimo di 12 mesi il comporto, ovvero il periodo in cui un lavoratore non può essere licenziato. Poi vuole garantire 30 giorni di permesso all'anno anche senza invalidità e rendere più facile il cambio di mansione".
Il disegno di legge è frutto del lavoro del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” : “Siamo soddisfatti per l’arrivo alla Camera della proposta di legge e speriamo che venga approvata il prima possibile” dice la coordinatrice Annamaria Mancuso, che è anche presidente di Salute Donna Odv. “Il prossimo passo è calendarizzare anche la proposta di legge che si occupa di una figura molto importante, quella dello psiconcologa”.
Intanto, tu continua a seguirci perché ti terremo aggiornata sull’approvazione di questa preziosissima legge.
Un nuovo farmaco per il tumore al seno metastatico
Si tratta di una terapia efficace anche per le pazienti con un tumore che ha una bassa espressione della proteina Her2
Hai un tumore al seno metastatico? Per te c’è una bella novità sul fronte delle cure. Infatti, è disponibile un nuovo farmaco che si è dimostrato molto efficace e che può rappresentare una svolta per molte pazienti come te. In questo articolo ti spieghiamo tutti i dettagli.
È un mix tra due molecole
Il farmaco che sta attirando l’attenzione, sui social e non solo, si chiama trastuzumab-deruxtecan. In pratica si tratta della combinazione tra un anticorpo monoclonale e un’altra molecola. Questo nome potrebbe risultarti famigliare perché si è già parlato di questa terapia, dopo che studi e ricerche avevano dimostrato la sua azione.
Ora l’Agenzia italiano del farmaco ha approvato la rimborsabilità della terapia. Questo significa che il farmaco sarà realtà negli ospedali italiani. Ma di che cosa si tratta e come agisce? Gli esperti lo definiscono un ‘anticorpo farmaco-coniugato’, ovvero l’unione di un anticorpo monoclonale con un chemioterapico. Il dettaglio più importante è che questa cura è efficace contro i tumori metastatici ‘ a bassa espressione della proteina Her2’ ed è la prima ad aver dato questi risultati.
"La terapia è davvero innovativa perché ci permette di curare persone che prima erano escluse da questi protocolli. Nello studio, che ha coinvolto 557 pazienti, trastuzumab deruxtecan ha ridotto del 50% il rischio di progressione della malattia rispetto alla chemio e ha aumentato la sopravvivenza globale".
Infatti, finora per queste pazienti era previsto solo il percorso con la chemio perché i farmaci combinati risultavano utili per i tumori ‘Her 2 positivi’. La novità, quindi, offre un’ottima alternativa per queste donne, anche perché i dati sono molto incoraggianti.
“La terapia è davvero innovativa perché ci permette di curare persone che prima erano escluse da questi protocolli” spiega Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella dell’Ospedale San Raffaele di Milano. “Nello studio, che ha coinvolto 557 pazienti, trastuzumab deruxtecan ha ridotto del 50% il rischio di progressione della malattia rispetto alla chemio e ha aumentato la sopravvivenza globale”.
Oggi, in Italia, oltre 52.000 donne convivono con un cancro al seno metastatico. Se anche tu stai vivendo questa esperienza, parla di questo farmaco con il tuo oncologo per saperne di più e capire se è adatto a te.