5 Minuti1 Ottobre 2022

Ottobre Rosa: tutte le novità sul tumore al seno


Parte la campagna Nastro Rosa e noi facciamo il punto su cure e ricerca con l’oncologa Airc Alessandra Gennari

Lo sai che ottobre ha un colore? Sì, è il rosa, perché è il mese del Nastro Rosa, ovvero della Breast Cancer Campaign, la campagna contro il tumore al seno lanciata negli Stati Uniti nel 1992 da Evelyn H. Lauder.

La campagna, infatti, compie 30 anni e festeggia con appuntamenti, raccolte fondi e iniziative per sensibilizzare quante più persone possibili su questa neoplasia, che ogni anno in Italia colpisce ben 55.000 donne. Se vuoi saperne di più su Ottobre Rosa, clicca subito sul sito https://nastrorosa.it.

Intanto, noi facciamo il punto sul carcinoma al seno, su cure e novità della ricerca, con Alessandra Gennari, ricercatrice Airc, direttore di Oncologia all’Azienda ospedaliera dell’Università di Novara e professoressa di Oncologia all’Università del Piemonte Orientale.

La percentuale di sopravvivenza per il tumore al seno è dell’88%. Un grande progresso se pensiamo che nel 1992, quando è partito il Nastro Rosa, si fermava al 78%. Il merito? La prevenzione, che permette di trovare la malattia nella fase precoce (ne avevamo parlato anche qui), e la ricerca, che offre terapie sempre più mirate.

“Come oncologo, vedo io stessa sempre più donne che arrivano con la neoplasia nella fase iniziale e questo significa, per esempio, un’operazione meno invasiva e trattamenti meno forti. Da questo cancro si guarisce” spiega la prof.ssa Gennari. “Il primo passo è l’istologico e ora si fa la biopsia ‘tru cut’, che ha un ago più grande e preleva quindi più tessuto e un esame è molto più dettagliato, che ci dà già una carta d’identità del tumore. Se, per esempio, capiamo che si tratta di un triplo negativo o del cosiddetto Her2, si fa la chemioterapia anche prima dell’intervento”.

E a proposito di esami, diventa sempre più importante anche il test genomico, quello che definisce la biologia del tumore. “I due più usati sono Oncotype dx e MammaPrint” prosegue l’oncologa. “Questi test vanno eseguiti in 1 caso su 5 perché ci dicono chiaramente se una paziente ha bisogno o meno della chemioterapia o se possono bastare la radio o la terapia ormonale. Ricordatevi che sarebbero gratuiti perché è stato istituito un fondo apposito anche se non tutte le Regioni sono organizzate in questo senso”.

Le differenze tra regioni e regioni, e a volte anche tra i singoli ospedali, si riflettono anche sulle consulenze genetiche che riguardano le pazienti con la mutazione BRCA. “Tutte le pazienti in cura per un tumore al seno dovrebbero ricevere una valutazione genetica, anche perché oggi per le donne mutate c’è un farmaco particolare che si assume per bocca, non è tossico e si è rivelato davvero efficace”.

“Tutte le pazienti in cura per un tumore al seno dovrebbero ricevere una valutazione genetica, anche perché oggi per le donne mutate c'è un farmaco particolare che si assume per bocca, non è tossico e si è rivelato davvero efficace"

Le notizie positive, quelle che ci fanno sorridere, non mancano. Il successo dell’immunoterapia per il tumore triplo negativo, per esempio, è stato dimostrato da parecchi studi. Anche se non si può dimenticare quel 12% di donne per cui non esiste ancora una cura.

Si tratta soprattutto di chi ha un tumore metastatico e, appunto, un carcinoma triplo negativo. “Il mio progetto di ricerca finanziato da Airc è dedicato proprio a queste pazienti” racconta la dottoressa Gennari. “In pratica, cerco di identificare con certezza quelle che devono essere trattate con l’immunoterapia e lo faccio studiando le microvescicole, delle minuscole particelle che si staccano dalle cellule malate e che possono contenere informazioni fondamentali”.

E se la ricerca guarda soprattutto al futuro, non bisogna dimenticare il presente di queste donne. “Visto che 8 su 10 si lasciano alle spalle il tumore, dobbiamo pensare alla quotidianità” conclude l’oncologa. “La parola d’ordine è una: benessere psicofisico, ovvero tanta attenzione a uno stile di vita sano, pieno di movimento, attività ed equilibrio psicologico. Non sempre ci si concentra sulla salute della mente ma chi ha avuto un cancro deve spesso ritrovare nuovi equilibri e fare i conti con una nuova se stessa. Lo dico sempre alle mie pazienti: prendetevi cura di voi stesse. Che sia con uno psicologo, con un corso o grazie a un’associazione, l’importante è dedicarsi a se stesse”.